Le due facce del Banco
20/10/2022La Dinamo mette insieme un’altra sconfitta pesante, non solo per il cammino in Champions League, ma soprattutto per il proseguo delle prossime sfide che vedono Sassari affrontare il doppio impegno casalingo prima con Trento, domenica alle 12 e poi la Virtus Bologna il sabato successivo alle 18. A preoccupare, non è quanto il valore dell’avversario al momento, ma è lo stesso Banco che deve riuscire a trovare una via d’uscita alla grande discontinuità presente più volte all’interno del match. Ieri sono andate in scena tante facce della squadra, l’inizio molto difficile con 3 punti segnati in 5 minuti e Paok subito avanti, la prima reazione, il controbreak subito e un secondo quarto straordinario. 29 punti segnati, condivisione della palla, concentrazione e attenzione in difesa, ma tutto proveniente dalla panchina. Poi solo Paok che ha dominato il 2° tempo. Già perché chi afferma che questa Dinamo non ha alternative sbaglia almeno con una parvenza di roster al completo (manca ancora Treier). Sassari ieri ha disputato dieci minuti di alto livello con Gentile, Nikolic e Diop in campo, tre giocatori non del quintetto. Sono loro le uniche note positive, Gentile, da guardia pura, al rientro dopo la febbre, ha firmato 5 assist anche se poi gioco forza ha finito la benzina per lo sforzo, molto bene anche Nikolic che dimostra di avere playmaking e intensità difensiva e Diop, che ha convertito tutto il possibile, risultando determinante anche a rimbalzo. Non ti puoi permettere di regalare giocatori, soprattutto a livello europeo, ma anche in Italia come ha dimostrato la sconfitta di Treviso. La struttura del quintetto, Robinson-Jones-Onuaku è andata ancora una volta in grande difficoltà. Il centro del Banco, che aveva iniziato benissimo la stagione, a parte un buon inizio, si è fatto sopraffare dalla dinamicità di Renfro, che nel 3° quarto ha fatto la differenza. Stesso dicasi per il playmaker, che avendo saltato tutta la preparazione ed essendosi allenato a singhiozzo, sta pagando anche a livello fisico e di condizione, dove dovrebbe fare la differenza, grazie alla sua esplosività e alla sua pazzesca capacità di accelerare. Servono risposte anche da Jones, che sembrava in netta ripresa contro Verona, ma che è stato risucchiato nella discontinuità sia personale che di squadra. L’emblema è Bendzius che ha perso serenità e facilità nel trovare quelle che per lui erano giocate chiave. Se non viene creato gioco dal palleggio con gli esterni, diventa durissima per lui, micidiale sugli scarichi e nel gioco senza palla. Questo è quello che si è visto sul parquet dal punto di vista tecnico, poi esiste un discorso mentale importante, che avevamo più volte sottolineato positivamente anche in un precampionato in emergenza. Lo spirito della Dinamo aveva sempre sopperito ad ogni tipo di assenza o problema, non solo nelle amichevoli ma anche nella semifinale di Supercoppa contro Tortona e in parte nella finalissima con Bologna, persa per un non nulla. Da lì il Banco ha perso fiducia, sicurezza, ha perso dei pezzi, ma ha trovato anche Nikolic, che può rivelarsi un aiuto prezioso. Adesso come dice coach Bucchi, in sintesi, le parole stanno a zero, bisogna lavorare e ritrovare quella determinazione e quell’identità che si vedono solo a sprazzi nei 40’, Trento sarà un bell’esame in vista del prossimo futuro di questa squadra.