Il leone della Terangue
26/10/2022I leoni della Terangue è il soprannome che viene dato ai giocatori nazionali di calcio del Senegal, o comunque a tutti quegli sportivi che combattono sportivamente per il proprio paese. Ousmane Diop, che gioca da italiano essendosi formato cestisticamente nel nostro paese, rimane comunque legatissimo alla sua terra d’origine, al suo Senegal, ai suoi “fratelli”. La partita contro Trento ha messo in mostra la più grande qualità di Ousmane Diop, quella di essere un leone della Terangue, per la sua capacità di metterci il cuore, di lottare, di andare forte a rimbalzo, di cercare di convertire ogni scarico. Pazienza se ogni tanto non ha ancora quella lucidità e quel controllo che servirebbero nei momenti chiave, ma Diop, dopo l’infortunio al ginocchio della passata stagione, vuole essere protagonista. Le sue caratteristiche si sposano benissimo con il gioco di Bucchi, la capacità di rollare, di difendere, di essere aggressivo e di aver sempre un atteggiamento e un linguaggio del corpo positivo, sono componenti che vorrebbero avere tutte le squadre. Domenica ha sostituito Onuaku in quintetto, ma avere Diop che esce dalla panchina con questa efficacia e con questo impatto, è qualcosa che accresce di molto la competitività di Sassari. Con Gentile si trova a memoria, è un po’ il suo coach in campo, lo ascolta, cerca consigli, la guardia di Maddaloni lo ha preso sotto la sua ala ed è molto felice per i progressi di Diop:
“Non puoi non ammirare e non essere contento per quello che fa Ousmane in campo, fa tutto con il cuore, si impegna al massimo, ormai ci gioco da un po’ di tempo, mi trovo a memoria, so già cosa fa ed è bravo perché ascolta, felice che lui possa crescere e darci una mano come con Trento”
Diop scherza molto fuori dal campo, è un ragazzo buono, generoso, con il suo sorriso può conquistare chiunque, sa di avere ancora ampi margini di miglioramento e sa che la squadra può contare su di lui, in qualsiasi momento, soprattutto in quelli difficili:
“Cerco di farmi sempre trovare pronto, ascolto il coach e i miei compagni, mi metto a disposizione per fare ciò che serve alla squadra per vincere, posso migliorare, sto meglio fisicamente, so che devo lavorare ancora tanto, ma questo non mi spaventa”