Dinamo, tornano le vecchie emozioni

Dinamo, tornano le vecchie emozioni

Non veniamo tacciati di esagerazione se diciamo che la Dinamo a Malaga ha giocato una delle più belle partite della sua storia europea. La Champions League è diventata una competizione di alto livello con squadre che sono al top nei più importanti campionati del continente, Sassari ha battuto Malaga, accreditata per alzare il trofeo in primavera. Una partita che ha risvegliato antiche emozioni, straordinaria per come è stata preparata e affrontata contro un avversario che poteva uccidere il match con 25 minuti ad un’intensità pazzesca. Il Banco ha resistito, si è compattata, ha continuato a giocare la sua partita, a lottare, a trovare protagonisti diversi e a difendere. Non guardate gli 82 punti subiti contro il 2° miglior attacco di tutta la Champions, ci sono solo 32 punti nel 2° tempo, i giocatori e le squadre si giudicano anche e soprattutto quando la palla scotta, quando il possesso conta, ecco Sassari nel momento chiave ha tirato fuori il meglio di sè, nettamente la miglior partita dell’anno. E lo sarebbe stata anche in caso di sconfitta finale, il match è stato di grandissimo valore.

Da quando è arrivato Stephens cominciano ad essere tante le partite giocate bene, soprattutto a livello di identità di squadra, di solidità e di quello che i ragazzi di Bucchi dimostrano in campo. Scafati, Paok, Tortona, Napoli, adesso la grande impresa di Malaga, la Dinamo ha decisamente svoltato, peccato che la formula della BCL costringa ad essere subito pronti e non come l’Eurocup dove si giocano 18 partite e ne passano 8 su 10. Sassari ha avuto infortuni, defezioni, emergenze di roster, cambiamenti, Bucchi non ha fatto una piega, ha continuato a lavorare duro in palestra, ha creduto con Pasquini nella persona e nel giocatore Stephens, sicuramente meno talentuoso di Onuaku, ma nettamente più propenso al mondo Dinamo, il coach è andato dritto per la sua strada. Difficile giocare senza Gentile e Treier contro Malaga che ha 12 giocatori veri, difficile farlo anche nel campionato italiano, sempre più difficile e competitivo, ma quando sei un vero gruppo ecco che Raspino marca Will Thomas e Chessa non sfigura con Brizuela e compagni, tanta roba. Tutti hanno alzato il proprio livello, Kruslin ha fatto sui due lati del campo una partita di grande personalità, Jones comincia ad essere un mini-crack e siamo solo a dicembre dopo che ha perso tutta la preparazione, mentre il Robinson versione “spagnola” ha ricordato quello della scorsa stagione, accelerazioni micidiali, assist per i tiri aperti dei compagni, leadership e playmaking, di cui ne beneficia anche Bendzius, killer silenzioso dei momenti che contano.

Calendario, infortuni, strada in salita per le Final Eight, eliminazione in BCL, non è stato un periodo facile per la Dinamo, ma la grande capacità di questa squadra è sempre quella di sapersi rialzare, di reagire, di combattere, lo ha fatto per 12 anni di fila e continua a farlo, non sempre tutto va come viene pensato, confermi 9/12 della squadra per partire bene e poi te ne succedono di tutti i colori, ma c’è sempre la capacità di riuscire a leggere le situazioni e migliorarle, di non farsi prendere dalla frenesia dei cambiamenti. Il basket è uno sport di squadra, l’allenatore conta eccome e conta il gruppo, quando pensi di indebolire il roster sulla famosa “carta”, invece diventi più forte, più compatto, migliore. Venezia, Brescia, Reggio Emilia e Brindisi, gli esami non finiscono, ma la Dinamo ci arriva preparata.