Dinamo, segui questa strada
31/10/2022Qualche rimpianto c’è, ma la strada è quella giusta. La Dinamo può migliorare, può crescere, ma la sconfitta con la Virtus Bologna non toglie meriti per quanto fatto dal Banco all’interno della partita contro un avversario, che sì arrivava dal match di 48 ore prima a Madrid, ma che ha un roster talmente profondo e variegato da poter avere innumerevoli scelte tecnico – tattiche.
Valutiamo e analizziamo il match anche grazie alle parole di coach Bucchi in conferenza, che se ascoltato con attenzione tocca tutti i punti più importanti e chiave del confronto.
Primo tema: la difesa, la Dinamo ha compiuto uno sforzo importante, ha aggredito gli avversari, li ha messi in difficoltà, il coach del Banco ha tirato fuori la zone – press a tutto campo per “mangiare” secondi agli avversari, è andato a zona 3-2 sulle rimesse dal fondo, ha alternato diverse soluzioni per cercare di giocarsela alla pari con la Virtus. Sotto questo punto di vista squadra eccellente, la miglior difesa è arrivata sulla giocata chiave del match, 47-42 a metà terzo quarto per la Dinamo, Cordinier allo scadere dei 24” carpiato da 8 metri trova la tripla che gira completamente l’inerzia. Da qui arriva il secondo tema: Quei famosi quattro minuti di follia citati da Bucchi in conferenza, Sassari perde 3-4 palloni sanguinosi, anche se la continua pressione di Bologna a livello fisico e atletica ti mangia tantissime energie nervose. La Dinamo non segna, riesce a limitare i danni al 30’ ma alla fine quest’ultima parte di 3° quarto sarà decisiva soprattutto mentalmente.
Capitolo singoli: Bucchi sta cercando di concludere l’inserimento di Jones, che in pratica ha saltato tutta la preparazione, ha un mese di gioco nelle gambe, il talento è cristallino, il primo quarto contro un avversario di alto livello difensivo come Cordinier è assolutamente positivo, deve migliorare nella “responsabilità”, ovvero in Turchia era uno dei 12-14 giocatori, qui deve essere protagonista o comunque stare in campo più minuti, la gestione dei falli va migliorata ma il giocatore c’è eccome. Non avrà un body language particolarmente acceso, ma l’impegno, la voglia e le qualità non mancano (basti vedere l’espressione di Logan che non cambiava mai).
Robinson è la grande chiave di volta del gioco della Dinamo, anche lui senza un mese di preparazione determinante, soprattutto nel suo caso. Il playmaker del Banco basa il suo modo di attaccare, di creare vantaggio, di innescare i compagni proprio con l’esplosività, con il primo passo, con quella “famosa” moto che partiva nella scorsa stagione. Il non essere ancora al 100% fisicamente lo mette in difficoltà anche mentalmente, ma l’atteggiamento, la voglia di sbattersi, di difendere, di cercare di aiutare la squadra è innegabile, il contropiede sbagliato del -2 nel finale è la fotografia di quello che sta accadendo, ma Gerald ha voglia di svoltare.
Manca Treier che è il vero cambio di Bendzius, costretto agli straordinari ma soprattutto marcato faccia a faccia dagli avversari che non vogliono assolutamente concedergli tiri facili. Jones che può spostarsi nel 4 è stato subito gravato di falli, mentre Nikolic dopo un inizio a tutta deve rifiatare visto l’oltre un mese di inattività, stesso dicasi per Gentile che ha giocato a singhiozzo, ma rimane fondamentale da guardia che crea gioco. Quando rientrerà l’estone Bucchi avrà 10 giocatori da ruotare veri, 9 più un italiano a turno che si prenda dei minuti per aiutare la squadra con Diop che sta crescendo in maniera esponenziale sia a livello di concentrazione che di contributo a rimbalzo e non solo. Difficile vederlo da 4, perché con Onuaku tapperebbe ulteriormente l’area in attacco con tutte le difese pronte a chiudersi e non concedere penetrazioni, potrebbe solo una situazione in emergenza. Il centro di Sassari non ha fatto male contro lunghi di assoluto valore come Jaiteh e Bako, ma da lui ci si aspetta quel gioco interno, l’intimidazione dentro l’area e la profondità che ha spiegato il coach in conferenza: quando tu sei stritolato sul perimetro e gli avversari ti aggrediscono con una fisicità pazzesca come Bologna, devi avere un giocatore di post basso che ti permetta di andare in area, sia per attaccare, sia per creare gioco per i compagni visto che Onuaku passa benissimo la palla.
Il campionato dice che ogni partita è difficile, Treviso che perde al fotofinish a Varese lo dimostra, come Trieste che vince a Napoli o come Venezia che perde a Tortona andando alla metà dal punto di vista dell’energia, le coppe cambiano tutta la preparazione della settimana, i piemontesi sono la squadra più forte e con una partita sola sulle gambe. A meno che tu non sia Milano o Bologna con roster di 16 giocatori o anche la stessa Reyer che ha tantissimi cambi, se giochi meno bene perdi con chiunque, Brescia che gioca il supplementare a Ulm e poi cede a Pesaro, tutte partite pericolose.
Adesso arriva una delle squadre più in forma del campionato francese, che è molto fisico per eccellenza, ovvero Dijon, che venerdì ha dominato a Fos sur Mer, mettendo in mostra tutte le sue qualità. È una partita determinante per il gruppo di BCL, sarà un’autentica battaglia, vincere o perdere, l’importante è seguire la strada intrapresa e lottare fino al 40’.